lunedì 3 febbraio 2014

Quando la coppia "va in crisi"


E’ un’abitudine comune dare alla parola crisi un’accezione negativa, nonostante l’etimologia sia greca che latina del termine ci rimandi, in realtà, al semplice concetto di scelta, del tutto neutro in sé per sé. Mi piace, però, l’idea di condividere con voi una scoperta relativamente recente: pensate che nella lingua cinese, la parola crisi si traduce con due ideogrammi: il primo “wei” significa minaccia, il secondo “ji” significa opportunità

Questa differenza culturale può aprire nuove prospettive nel modo di vedere la crisi che, dunque, può non essere concepita come un momento totalmente negativo. Potremmo dire, invece, che rappresenta una sorta di sfida che possiamo decidere di cogliere come opportunità di trasformazione e miglioramento invece che come minaccia. Ed è proprio in quest’ottica che mi piacerebbe guardare alla crisi, non solo nella coppia, ma in generale.
Condivido con voi questa riflessione tratta dal libro di Einstein “Il mondo come lo vedo io” del 1931:

“Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’.
Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

Nella coppia i periodi di crisi, fanno parte della normalità e possono essere risolti in autonomia. La coppia “che funziona”, infatti,  non è quella in cui i problemi non esistono, ma quella che non permette alle difficoltà di sovrastarla.  Quindi dimentichiamo l’ideale della “Famiglia del mulino bianco” spesso distante anni luce dalle nostre realtà quotidiane.
La crisi da monitorare è quella in cui il problema sembra superare le energie della coppia che entra, così, in una fase di stallo che può preludere ad un allontanamento talvolta irreversibile.
Sta a noi scegliere: ignorare i segnali di disagio, nascondendoci dietro un “Passerà…” oppure prendere in mano la situazione e fare del nostro meglio per risolverla; magari rivolgendoci ad un esperto..
Ma ora vediamo insieme quali sono i motivi che portano alla crisi. Quattro sono le macro aree che, di solito, generano conflitto all’interno della coppia:

  1)    La presenza di famiglie di origine che interferiscono eccessivamente con il ménage della coppia. Parliamo di invadenze concrete, ma potremmo parlare anche dei giudizi dei nostri genitori che abbiamo interiorizzato.
  2)    Rottura del patto implicito: ogni coppia basa il proprio rapporto su alcune condizioni che vengono esplicitate chiaramente mentre altre rimangono “non dette” ma date per scontate per il buon proseguimento della storia. Un partner può quindi tradire la coppia anche mancando alle aspettative non dette che vengono costantemente nutrite nei suoi confronti. 



3)    Eventi della vita che vanno oltre la soglia della sopportabilità o che comunque siano imprevisti. (Lutti, fallimenti sul lavoro)
  4)    L’evoluzione di un solo partner. Se uno dei due partner evolve in modo da distanziare l’altro per via di una crescita di consapevolezza, di intraprendenza o di maturità, l’altro non lo riconosce più: “non è la persona che ho sposato”.

Un elemento che vorrei evidenziare è che spesso si pensa erroneamente che la diminuzione dell’attrazione sessuale nella coppia sia un motivo di crisi. In realtà è un suo effetto. Solitamente l’intimità è strettamente connessa con il benessere complessivo della coppia, pertanto questa componente si può spesso considerare come una sorta di cartina tornasole. 

Alcune coppie riescono a rimettersi in piedi da sole anche di fronte a grossi traumi, altre non hanno questa capacità ed entrano in una POSIZIONE DI STALLO, altre ancora decidono di ricorrere alla SEPARAZIONE e di provare a voltare pagina individualmente. In ogni caso accade spesso che siano i FIGLI a pagare il conto dei conflitti e delle questioni non risolte. La conflittualità tende a risucchiare chi ne rimane coinvolto e, spesso, assorbe a tal punto i coniugi da renderli ciechi alle conseguenze della situazione sui figli. I bambini spesso si trovano al centro del conflitto a dover gestire delle paure decisamente troppo grandi per loro in assenza di adulti che li accompagnino nella comprensione di ciò che sta accadendo. I bambini iniziano così a manifestare segnali di disagio che si esprimono sotto varie forme: calo nel rendimento scolastico, aggressività, depressione, ansia, somatizzazioni


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