lunedì 16 marzo 2015

Quando la perfezione si fa donna


Ognuno ha i propri standard, sia che si tratti di ruoli, oggetti o situazioni:
La donna ideale, il migliore aspetto fisico, il portamento giusto.
Interessante vedere come ognuno di questi aggettivi, solitamente associati alla perfezione, racchiuda in sé altri significati piuttosto interessanti:
Ideale = conforme ad un’immagine che abbiamo in mente
Migliore = ciò che diletta, che rallegra
Giusto = conforme alla legge.
Per curiosità… Andate su un qualsiasi motore di ricerca, cliccate sulla sezione immagini, digitate “donna perfetta” e guardate cosa viene fuori.
Fatto?
Potete ben comprendere quali siano le nostre associazioni mentali spontanee quando le parole “donna” e “perfetta” vengono affiancate: corpo e sesso; ed entrambi vengono collegati a misure e canoni. Troviamo decaloghi da rispettare e collage di parti del viso e del corpo di attrici e modelle.
Ma cosa significa perfetto? L’origine latina del termine ci rimanda al concetto di “Compiuto”, “completo”, “integro”. L’eterno conflitto è sempre fra il significato puro e originario di un parola e quello che poi viene modificato, semplificato o complicato ma, quasi sempre, distorto.
Possiamo, quindi, affermare che  una persona perfetta è, in realtà, una persona compiuta, completa, integra… Questa considerazione apre la mente e il cuore a riflessioni più profonde.  Una donna che aspira alla vera perfezione ha di fronte a sé  un percorso…
 che la porti a maturare per potersi sentire realizzata, compiuta,

che la spinga a coltivare i suoi talenti affinché possa sentirsi completa,

che la  educhi ad essere rispettosa ed onesta nei confronti di se stessa perché possa sentirsi integra.

Essere donna è molto più che essere femmina… Ricordiamocelo.

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